Un libro che fa parte della mia collezione di libri di cucina, ma che è veramente riduttivo definire “un libro di cucina”.
Un libro al quale sono molto affezionata perché mi ricorda l’inizio di un’amicizia profonda, e perché mi ha fatto scoprire Isabel Allende, una grande scrittrice ed una grande donna che ha conosciuto la felicità ed il dolore, vivendoli profondamente e riuscendo comunque a guardare e raccontare il mondo con ironia ed amore per la vita… e naturalmente anche per il cibo!
“Mi pento delle diete, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni di fare l’amore che ho lasciato correre… Non posso separare l’erotismo dal cibo e non vedo nessun buon motivo per farlo;al contrario, ho intenzione di godere di entrambi fino a quando le forze e il buon umore me lo consentiranno. Da qui nasce l’idea di questo libro …. un viaggio senza carta geografica attraverso le regioni della memoria sensuale , là dove i confini tra l’amore e l’appetito a volte sono talmente labili da confondersi completamente”
Scrivendo questo libro l’autrice chiude un periodo tragico della sua vita e si abbandona ad un viaggio attraverso il cibo e l’amore, sottolineandone il legame, descrivendo alimenti, profumi e sensazioni in maniera appassionata e spassionata.
Un viaggio attraverso le spezie, la frutta, le erbe, che si conclude con una selezione di ricette “collaudate” dall’autrice e dagli amici.
Il cibo che diventa memoria, quando i profumi ed i sapori ci portano indietro nel tempo e le caramelle alle viole ci riportano all’infanzia, il cibo che diventa tradizione ed elemento d’unione indispensabile per quelle persone che nella vita si sono allontanate per propria volontà o per necessità, il cibo consolatorio che ci avvolge e ci da conforto nei momenti tristi della vita, e perché no il cibo afrodisiaco … peperoncini, cioccolata, frutti della passione …. insomma tutto quello che l’autrice dopo approfondita ricerca ci suggerisce per scoprire che alla fine il vero afrodisiaco è l’amore…. e anche un pizzico d’ironia.
Un libro al quale sono molto affezionata perché mi ricorda l’inizio di un’amicizia profonda, e perché mi ha fatto scoprire Isabel Allende, una grande scrittrice ed una grande donna che ha conosciuto la felicità ed il dolore, vivendoli profondamente e riuscendo comunque a guardare e raccontare il mondo con ironia ed amore per la vita… e naturalmente anche per il cibo!
“Mi pento delle diete, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni di fare l’amore che ho lasciato correre… Non posso separare l’erotismo dal cibo e non vedo nessun buon motivo per farlo;al contrario, ho intenzione di godere di entrambi fino a quando le forze e il buon umore me lo consentiranno. Da qui nasce l’idea di questo libro …. un viaggio senza carta geografica attraverso le regioni della memoria sensuale , là dove i confini tra l’amore e l’appetito a volte sono talmente labili da confondersi completamente”
Scrivendo questo libro l’autrice chiude un periodo tragico della sua vita e si abbandona ad un viaggio attraverso il cibo e l’amore, sottolineandone il legame, descrivendo alimenti, profumi e sensazioni in maniera appassionata e spassionata.
Un viaggio attraverso le spezie, la frutta, le erbe, che si conclude con una selezione di ricette “collaudate” dall’autrice e dagli amici.
Il cibo che diventa memoria, quando i profumi ed i sapori ci portano indietro nel tempo e le caramelle alle viole ci riportano all’infanzia, il cibo che diventa tradizione ed elemento d’unione indispensabile per quelle persone che nella vita si sono allontanate per propria volontà o per necessità, il cibo consolatorio che ci avvolge e ci da conforto nei momenti tristi della vita, e perché no il cibo afrodisiaco … peperoncini, cioccolata, frutti della passione …. insomma tutto quello che l’autrice dopo approfondita ricerca ci suggerisce per scoprire che alla fine il vero afrodisiaco è l’amore…. e anche un pizzico d’ironia.
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